Intervista ad Alice Valenti

di Giamina Croazzo

In occasione della rinnovata collaborazione con l’azienda dolciaria Di Stefano, abbiamo intervistato Alice Valenti.
I nostri lettori hanno imparato a conoscerla come decoratrice di carretti siciliani, erede del maestro Domenico Di Mauro (https://www.edizionincontri.it/wp-content/uploads/2015/04/Estratto-Valenti-Incontri-11.pdf),  interprete in chiave pop della tradizione figurativa popolare siciliana per grandi aziende (https://www.edizionincontri.it/wp-content/uploads/2016/06/Estratto_Auteri_Incontri_16.pdf), e nella sua ultima personale (https://www.edizionincontri.it/wp-content/uploads/2017/07/Estratto_AuteriCroazzo_Incontri20.pdf).

ALICE VALENTI E LA SUA LATTA D'ARTISTA RITRATTE ALL'INTERNO DEL SUO STUDIO A CATANIA. FOTOGRAFIA DI ALESSANDRO CASTAGNA
ALICE VALENTI E LA SUA LATTA D’ARTISTA RITRATTE ALL’INTERNO DEL SUO STUDIO A CATANIA. FOTOGRAFIA DI ALESSANDRO CASTAGNA

Alice Valenti è un’artista o un artigiano?
Rispondere a questa domanda significa addentrarsi in una questione complessa, dai confini talvolta molto labili. Una questione che spesso mi ha attanagliato nel corso dei miei studi e successivamente durante gli anni di bottega, nelle lunghe giornate passate ad osservare il mio Maestro – forse il più grande pittore di carri della Sicilia – ripetere con grande passione e perizia gli schemi decorativi tramandati dalla tradizione. Lui riusciva a esprimere la sua personalità pur muovendosi dentro i confini dettati dall’osservazione di rigidi codici estetici ed iconografici. Un grande artigiano, ma non certo un avventuriero. Dopo alcuni anni di apprendistato, nonostante la grande ammirazione che nutrivo per lui e per quel mestiere antico e complesso, cominciai ad avvertire una sorta di inquietudine, come se mi stessi sottraendo a qualcosa. Credo sia stato il primo segnale di insofferenza verso le nobili ma circoscritte acque dell’artigianato. La necessità di indagare e dare espressione a un sentimento profondo, tentare di rendere materica una visione interiore rintracciandone  instancabilmente le fila, potrebbe collocare il mio lavoro nel campo dell’arte, ma non spetta a me giudicarne gli esiti.

Come è cambiato, dagli anni del tuo apprendistato a quelli della maturità, il tuo approccio all’arte popolare siciliana?
La conoscenza e l’approfondimento sono stati per me punti di partenza indispensabili. A partire dalla pittura del carro, il mio interesse si è ampliato verso le molteplici sfaccettature dell’arte  popolare ad essa correlate: ex voto, opera dei pupi, cantastorie, etc. Comprendere il substrato che sta alla base delle nostre abitudini mentali, delle metafore poetiche come delle concezioni filosofiche è un viaggio esaltante alla scoperta delle nostre radici. Negli ultimi anni l’aspetto introspettivo è diventato preponderante, cerco di filtrare questo bagaglio collettivo per comunicare qualcosa di me.

Quanto conta l’ironia nel tuo lavoro e quanto ti diverte farlo?
Il gioco e l’ironia sono prima di tutto caratteristiche personali che metto in campo nelle relazioni con gli altri e nel mio modo di percepire il mondo, e che inevitabilmente sento di restituire nelle opere che produco. Più le cose sono serie, meno le ammanto di seriosità, perché la leggerezza e l’ironia sono magnifici strumenti per raccontare la poesia delle cose e svelare aspetti insoliti del reale.

Qual è il ruolo della donna nel campo dell’arte oggi?
Ancorché di ruolo, parlerei di semplice affermazione. Per le donne, il riconoscimento del proprio valore è una sfida più attuale che mai, nel campo dei diritti civili come in campo artistico. La strada che porta all’emancipazione femminile è lunga e piena di trabocchetti, e l’arte è una cartina di tornasole per evidenziare certi meccanismi sociali di subalternità che ancora ci ostacolano.

In quale personaggio dell’opera dei Pupi ti riconosci?
Né una dama né una maga. Scelgo una delle rare donne guerriere dell’epopea epico-cavalleresca del Rinascimento italiano, la cui vicenda, almeno inizialmente, sembra sfidare tutti i topoi narrativi: Rovenza, giovane e imbattibile regina pagana che, armata di martello, ambisce a sconfiggere Carlo Magno, i suoi paladini e tutta la Cristianità.

LATTA D'AUTORE A TIRATURA LIMITATA DELLA SPECIAL CHRISTMAS EDITION FIRMATA DALL'ARTISTA ALICE VALENTI PER DI STEFANO. FOTOGRAFIA DI ALESSANDRO CASTAGNA
LATTA D’AUTORE A TIRATURA LIMITATA DELLA SPECIAL CHRISTMAS EDITION FIRMATA DALL’ARTISTA ALICE VALENTI PER DI STEFANO. FOTOGRAFIA DI ALESSANDRO CASTAGNA

La collaborazione con l’azienda dolciaria Di Stefano è cominciata un anno fa. L’ultimo progetto è una latta d’artista da te disegnata. Ci racconti l’idea e le fasi di realizzazione?
Sono molto felice di questa collaborazione con la Di Stefano, che per il secondo anno si rivela essere un momento creativo ricco di spunti. Per la decorazione di questa latta volevo rendere la potenza coloristica della pittura popolare utilizzando motivi decorativi non tradizionali. La lussureggiante vegetazione mediterranea, sintetizzata in forme geometriche dalle campiture piatte, crea sullo sfondo un gioco di pieni e di vuoti sul quale si stagliano tre medaglioni: il cavaliere, il moro e la donna sono i tre personaggi-chiave dell’epopea epico-cavalleresca che sintetizzano il sistema di valori trasmesso dall’Opera dei Pupi, cioè l’eterna dimensione della lotta. Sul coperchio i colori della grecità e del carretto in forme geometriche riecheggiano gli stendardi delle giostre medievali. 

Cosa insegneresti a un apprendista che volesse affiancarti in bottega?
Ciò che mi ha trasmesso il mio maestro l’ho appreso in ore e ore di silente osservazione alternata a faticose sessioni di pratica giornaliera. Un complesso bagaglio che potrei trasmettere ad altri solo impostando un modus operandi rigido e disciplinato, praticamente una scuola finalizzata alla didattica. Le acrobazie lavorative che compio quotidianamente, la molteplicità sia dei linguaggi che dei mezzi espressivi (pittura, illustrazione, digitale, murales) mi impone una flessibilità e dei ritmi spesso così frenetici che destabilizzerebbero qualunque apprendista.

In che direzione va la tua ricerca?
Mi entusiasma la rielaborazione delle tematiche folkloristiche e del patrimonio collettivo che ci portiamo tutti dentro, più o meno consapevolmente, ma contemporaneamente sento la necessità di leggere, studiare, scavare dentro di me e dare voce alle mie pulsioni profonde. Il risultato sarà una sorpresa anche per me.

LATTA EDIZIONE SPECIALE - PH ALESSANDRO CASTAGNA
LATTA EDIZIONE SPECIALE – PH ALESSANDRO CASTAGNA