Quando il design incontra le aziende: intervista ad Andrea Branciforti

di Giamina Croazzo (Redazione Incontri. La Sicilia e l’altrove)

Andrea Branciforti con il suo piatto-cadeau in laminam disegnato per la Special Christmas Edition 2018 di Di Stefano. Set Farm Cultural Park. Fotografia di Alessandro Castagna.
Andrea Branciforti con il suo piatto-cadeau in laminam disegnato per la Special Christmas Edition 2018 di Di Stefano. Set Farm Cultural Park. Fotografia di Alessandro Castagna.

Andrea Branciforti si occupa di design dal 2000. Improntabarre è il suo studio e laboratorio di design che collabora con una rete di artigiani nella produzione di manufatti di altissima qualità. Per il 2018 ha inaugurato una collaborazione con l’azienda dolciaria Di Stefano per un’edizione limitata dei suoi prodotti natalizi.

Com’è nata la tua passione per il design e cosa vuol dire essere un designer oggi in Sicilia?
Ho frequentato la facoltà di architettura con indirizzo disegno industriale a Palermo e da lì, grazie al mio professore Michele Argentino, ho poi proseguito la mia personale ricerca. Ho iniziato dapprima a esplorare il mondo della ceramica, per proseguire poi con altri materiali, sempre legati al territorio e alle aziende locali con cui collaboro ed ho collaborato. Nel 2004, ho aperto con la mia compagna lo studio e laboratorio di design Improntabarre. Fare design ed essere un designer oggi in Sicilia significa essere artefice di un cambiamento importante che si è messo in moto da qualche anno grazie anche al network tra aziende, designers e associazioni come ADI, che hanno creato un “cortocircuito positivo” avvicinando questi attori al mondo del design, volàno di una possibile ripresa e crescita.

Qual è lo stile che ti rappresenta?
Non c’è uno stile, così come possiamo intenderlo, ma ci sono dei maestri del design italiano come, ad esempio, Achille Castiglione, Enzo Mari, Ettore Sottsass  dei quali ho sempre cercato di cogliere l’aspetto intimo, l’approccio mentale al progetto e alla ricerca, la visione ludica ma anche empatica che gli oggetti devono e possono trasmettere all’osservatore.

Com’è nata la collaborazione con l’azienda dolciaria Di Stefano?
Ci siamo conosciuti nel 2017 in occasione di “Made in Sicily”, evento nato per avviare nuove sinergie tra imprenditori, professionisti e mastri artigiani isolani. Sin da subito, tra di noi è nata una stima reciproca dettata dal comune amore per la Sicilia e per un’attitudine al fare bene che tradotto in termini pratici, vuol dire: ricerca, studio, aggiornamento, sperimentazione, sinergie con altri professionisti. Ho trovato molto stimolante l’idea che un’azienda, come la Di Stefano, specializzata nella realizzazione di panettoni gourmet, non si preoccupasse solo della bontà dei loro prodotti, ma anche della loro bellezza: dal packaging che hanno scelto alle due Special Christmas Edition che hanno proposto per il Natale 2018. È singolare il loro interesse nei confronti dell’arte  e del design! Lo sottolineo perché l’ho molto apprezzato. Ad aprile abbiamo iniziato a lavorare insieme alla Special Christmas Edition che doveva essere d’autore e a tiratura limitata (solo 500 pezzi, tutti numerati e firmati), nello specifico ho ideato un piatto cadeau in laminam da associare al formato Magnum.

Qual è il concept alla base del piatto in laminam realizzato?
Ho fatto più di una proposta all’azienda Di Stefano e, alla fine, anche per le richieste ben precise di dimensioni, peso, ecc, ho pensato che questo materiale, per le sue caratteristiche, potesse essere perfetto per il mio progetto. La sfida è stata di realizzare, per la prima volta, un oggetto di piccole dimensioni con questo materiale ceramico, e riuscire a riprodurre il disegno su questo supporto. Sono molto fiero di questo piatto-cadeau su cui l’azienda Timelam ha realizzato con una serigrafia manuale su laminam che presenteremo al Salone del Mobile 2019.

Piatto-cadeau in laminam disegnato da Andrea Branciforti per la Special Christmas Edition 2018 di Di Stefano. Fotografia di Alessandro Castagna.
Piatto-cadeau in laminam disegnato da Andrea Branciforti per la Special Christmas Edition 2018 di Di Stefano. Fotografia di Alessandro Castagna.

Perché hai scelto il bianco e il nero?
Ho voluto che il piatto fosse di colore Nero Assoluto con il disegno serigrafato a mano. Anche qui c’è stata molta ricerca da parte dell’azienda sull’utilizzo dei colori e sul tipo di cottura che il materiale poteva sopportare. Il disegno bianco su fondo nero, riprende l’idea di uno schizzo a gessetto sulla lavagna. Il bianco e nero come opposti che si attraggono e respingono come le mie figure che non possono fare l’uno a meno dell’altra!

 Può esserci incontro tra tradizione e innovazione nell’arte ceramica?
Certamente. Molti oggetti che ho realizzato in ceramica hanno un legame forte con la tradizione e con il lavoro artigianale ma sono stati innovativi nelle tecniche, nell’utilizzo di nuove argille e nelle tecniche di decorazione.

 

Intendi in futuro approfondire la tematico epico-cavalleresca e il legame con l’Opera dei pupi siciliana?
Siamo così ricchi di storia che qualsiasi periodo può essere d’ispirazione. Se fai un giro al museo della ceramica di Caltagirone vedrai oggetti assolutamente contemporanei.

Insegni “Cultura del design” presso Harim / Accademia Euromediterranea. Quanto conta la formazione professionale nel campo del design?
Non puoi affrontare un mercato, come quello che da qui ai prossimi anni si sta delineando, fortemente competitivo, senza una preparazione adeguata che va dalla conoscenza dei programmi utili al disegno, alla storia del design, allo studio dei materiali, al product design o interior design.

Su cosa insisti nelle tue lezioni?
Insisto molto sulla conoscenza del nostro territorio, dei materiali che si lavorano. Invito a sporcarsi le mani all’interno dei tanti laboratori, così come hanno fatto molti dei maestri del design italiano e chiedo ai miei studenti di ricordarsi sempre che “un oggetto di design è il frutto dello sforzo comune di molte persone dalle diverse competenze tecniche, industriali e commerciali. Il lavoro del designer è la sintesi espressiva di questo lavoro collettivo.” Pensiero di Achille Castiglioni sempre attuale!